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martedì 8 ottobre 2013

MILEY CYRUS, DOPO IL TWERKING LA POLITICA: IL VIDEO-PARODIA SULLO SHUTDOWN

Chi avrebbe mai pensato che Miley Cyrus avrebbe fatto notizia....in politica?
La cantante che ha scandalizzato mezza America con il suo twerking, l’agitare suggestivo dei glutei, durante la serata dei Music Video Awards della Mtv, ha partecipato sabato sera allo spettacolo comico-satirico Saturday Night Live come ospite d’onore, e ha interpretato un video ispirato allo shutdown dello Stato federale in corso a Washington.






 Miley e l’attore Taran Killem hanno impersonato due dei più famosi esponenti del partito repubblicano, la deputata Michele Bachmann e il presidente della Camera John Boehner. Ma li hanno trasportati in un rifacimento del famosissimo e popolarissimo video di Miley, We Can’t Stop (Non possiamo fermarci).  Nella versione satirica, il titolo è diventato We Did Stop (Ci siamo fermati), proprio per ironizzare sulla paralisi dei servizi federali. E le prime parole del video: “It’s our party, we can do what we want”, sono servite a meraviglia per la satira, visto che la parola “party” significa sia “festa”, sia “partito”: Quindi la frase significava sia “E’ la nostra festa possiamo fare quel che vogliamo”, ma anche - in quel contesto- “E’ il nostro partito, possiamo fare quel che vogliamo”.  Miley ha insomma sposato appiano la teoria – per la verità abbastanza accreditata anche nei media e nei sondaggi – che la colpa dello shutdown sia soprattutto dei repubblicani e li ha esposti al ludibrio. Il video ha le carte in regola per diventare un classico della satira politica, nonostante i suoi toni decisamente spinti.  Per il resto della serata ci sono stati solo altri brevi momenti in cui Miley ha abbracciato la polemica, ad esempio quando ha impersonato la parte di una ragazzina bianca di classe media che parla con un incomprensibile “street speak”, il gergo usato dai rappisti : molti ci hanno visto un’imitazione cattivella di Justin Bieber. O il momento in cui ha imitato Scarlett Johansson, in un provino per la versione cinematgrafica di “50 Shades of Grey”, trasformando la famosa attrice in una bellezza annoiata.
Miley e l’attore Taran Killem hanno impersonato due dei più famosi esponenti del partito repubblicano, la deputata Michele Bachmann e il presidente della Camera John Boehner. Ma li hanno trasportati in un rifacimento del famosissimo e popolarissimo video di Miley, We Can’t Stop (Non possiamo fermarci).  Nella versione satirica, il titolo è diventato We Did Stop (Ci siamo fermati), proprio per ironizzare sulla paralisi dei servizi federali. E le prime parole del video: “It’s our party, we can do what we want”, sono servite a meraviglia per la satira, visto che la parola “party” significa sia “festa”, sia “partito”: Quindi la frase significava sia “E’ la nostra festa possiamo fare quel che vogliamo”, ma anche - in quel contesto- “E’ il nostro partito, possiamo fare quel che vogliamo”.  Miley ha insomma sposato appiano la teoria – per la verità abbastanza accreditata anche nei media e nei sondaggi – che la colpa dello shutdown sia soprattutto dei repubblicani e li ha esposti al ludibrio. Il video ha le carte in regola per diventare un classico della satira politica, nonostante i suoi toni decisamente spinti.  Per il resto della serata ci sono stati solo altri brevi momenti in cui Miley ha abbracciato la polemica, ad esempio quando ha impersonato la parte di una ragazzina bianca di classe media che parla con un incomprensibile “street speak”, il gergo usato dai rappisti : molti ci hanno visto un’imitazione cattivella di Justin Bieber. O il momento in cui ha imitato Scarlett Johansson, in un provino per la versione cinematgrafica di “50 Shades of Grey”, trasformando la famosa attrice in una bellezza annoiata.

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